La pesca tabacchiera di Maniace
Con “tabacchiera” o “saturnina” si indica una rara varietà di pesche, la cui produzione è tipica delle pendici dell’Etna, originaria in particolare delle Valli del Simeto e dell'Alcantara. Il nome è dovuto alla forma, schiacciata sui due lati, che ricorda proprio quella di una tabacchiera o del noto pianeta del sistema solare. Sono molte le particolarità ed i pregi di questo frutto, purtroppo di limitata diffusione. E’ una pesca di taglia medio piccola, ha polpa bianca molto dolce e morbida. I tratti caratteristici sono il nocciolo molto piccolo - più di quello di un'albicocca - ed il profumo intenso tipico dei frutti appena colti e non sottoposti a trattamenti.
Sulle pendici dell’Etna, vicini dei famosissimi pistacchi di Bronte, incominciano a crescere altri prelibati frutti, come le pesche saturnine. Furono gli amministratori di una delle proprietà storiche della zona, la Ducea di Maniace, ad essere particolarmente attivi nell’opera di sperimentazione di nuovi cultivar di frutta e a scoprire nella pesca tabacchiera una delle più adatte al microclima etneo. La zona, già nota per essere stata donata nel 1799 da Ferdinando di Borbone all’ammiraglio inglese Orazio Nelson, come ricompensa dell’aiuto fornito per stroncare la rivoluzione di Napoli, si rivelò subito vocata alla frutticultura. Grazie ai suoi terreni ben drenati, l’abbondanza d’acqua e l’escursione termica del territorio le pesche risultarono buonissime e conquistarono subito il favore degli abitanti locali. Da diversi anni questa prelibatezza siciliana è diventata presidio Slow Food, con l’obiettivo di aiutarne la difficoltosa commercializzazione e preservarla dalle contaminazioni dell’agricoltura moderna.